Ritiro Associati Comunità di Catanzaro: tempo di grazia e fedeltà alla missione

Scritto il 28/05/2025
da Azzurra Tolomeo

Giovedì 1 maggio si è svolto il ritiro spirituale mensile degli Associati Servi della Sofferenza della Comunità di Catanzaro, alla presenza all'assistente spirituale Don Francesco Broccio, il consacrato Pio Corvino, la Presidente Eliana Gattullo e il consigliere Ignazio Floriano.

L’incontro ha rappresentato un forte momento di intimità spirituale davanti al Santissimo Sacramento, non solo come occasione di riflessione ma come segno concreto di vicinanza reciproca.

“Questa visita - ha ricordato la Presidente Eliana Gattullo - non vuole essere un’occasione per fare discorsi, ma vuole essere un segno di vicinanza a ciascuno di voi, perché siete veramente nel cuore non solo mio, ma anche del Padre, di Don Giuseppe, della Madre… anche la presenza qui di Don Francesco e Pio non è una presenza scontata”.

Un richiamo forte è stato fatto al valore del sacrificio come espressione autentica dell’amore, che nasce da una fede profonda: “L'amore è vero quando c'è sacrificio! Questo amore viene fuori da una fede grande”. È da questa consapevolezza che nasce il servizio alla missione, alla quale ciascun membro della comunità è stato chiamato. “Se ci fermiamo un attimo e ci chiediamo perché facciamo tutto questo - ha proseguito Eliana Gattullo - la risposta è che crediamo in questa missione e questa chiamata l’abbiamo sentita nel cuore”.



Ignazio Floriano ha condiviso un’intensa riflessione sulla forza che proviene dalla comunità: “Il Padre mi ha portato qua. Noi abbiamo questa forza enorme che ci sostiene. Abbiamo la gioia e la grazia della comunità che per noi deve essere supporto, non solo con le preghiere, ma con la vita stessa che condividiamo”.  

Don Francesco Broccio ha invitato a vivere il servizio come un dono da parte di Dio: “Il servizio è già un regalo. Dio ti sta dicendo: ‘dammi una mano’. E se non lo facciamo noi, chiama altri che sono migliori. Quando Dio ci chiama, dovremmo tremare per l’emozione e mandare luce. Ecco perché dovremmo essere gioiosi”.

Il ritiro ha offerto anche un momento di profonda meditazione mariana. Maria è stata presentata come il modello perfetto di serva del Signore e madre dei Servi della Sofferenza. Tre i nomi simbolici a lei attribuiti:

  1. Piena di Grazia, per i meriti del Figlio, attraverso cui Dio entra nella storia;
  2. Miriam, regina amata dal Signore, “goccia del mare” che purifica l’umanità;
  3. Serva del Signore, la prima a offrire sé stessa alla volontà di Dio.

“Maria ha avuto dubbi, ha chiesto ‘come sarà?’ - è stato ricordato - ma ha creduto. E Dio ha operato. È la nostra Maestra, scelta dal Signore per noi”.

Con grande umiltà è stata infine condivisa una testimonianza toccante sul valore nascosto del servizio: essere servi inutili significa non cercare il proprio utile, non brillare sotto i riflettori, ma lasciarsi guidare dalla luce vera che è Cristo.

“Non dobbiamo essere efficienti ma efficaci, ha concluso don Francesco: tu puoi essere credente, ma non credibile. Maria, donna dei dolori, ci insegna a credere sempre, anche ai piedi della Croce”.

Un ritiro intenso, profondo, vissuto nel silenzio e nell’ascolto, che ha rinnovato nei cuori la fede, la missione e l’amore per il servizio. 


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