Anche quest’anno, nell’Ottava di Pasqua, si è svolta la tanto attesa Scuola di Formazione dei candidati dell’Istituto. Seppur in modalità online, durante quei giorni non è mancata la calorosa accoglienza e vicinanza da parte dei nostri delegati, che hanno avuto cura di ogni dettaglio e che ci hanno permesso di vivere in un clima di costante comunione fraterna, sempre sotto la paterna luce delle parole del Padre, don Pierino Galeone, e con l'accompagnamento della sua instancabile preghiera.
Nell'omelia dello scorso 20 aprile, il Padre ci ha ricordato che non si può amare senza sacrificio soffermandosi, in particolare, sul significato profondo di questa parola: «La parola "sacrificio" vuol dire che ci fa sacri, cioè, che apparteniamo a Dio». Alla luce delle parole del Padre e grazie ad uno dei momenti di condivisione vissuto durante la Scuola di Formazione, caratterizzato dal tema "amore e sacrificio", è stato bello riscoprire insieme il vero valore di questa parola ed essere più consapevoli del fatto che non esiste amore vero senza sacrificio. Siamo stati aiutati anche dallo scambio delle nostre esperienze personali e comunitarie che, condivise con sincerità e semplicità, ci hanno dato l'opportunità di arricchirci vicendevolmente.
Inoltre, abbiamo ascoltato e accolto con gioia anche le meditazioni tenute dal Responsabile Centrale, don Giuseppe Carrieri, rivolte a noi candidati: è stata presentata la figura di Abramo come colui il quale è risciuto a comprendere che Dio è l’Assoluto, che fa irruzione nella sua vita e che tocca il suo cuore promettendogli "la terra e la discendenza" (cfr. Gen 12,1-3; 15,5-6). In cambio, il Signore chiede ad Abramo solo di "avere fede nella sua Parola" e, indicando il cammino, lo benedice affinché possa avere quella grazia necessaria per superare i momenti di prova, dove tutto viene messo in discussione.
Così siamo stati invitati a ripercorrere anche la storia della nostra chiamata e a ritornare al cuore della nostra vocazione, che non è semplicemente un "lasciare" qualcuno o qualcosa, piuttosto - mediante la figura di Abramo - ci è stato ricordato che la nostra è anzitutto una chiamata a ricevere, ad essere benedetti: «Io farò di te una grande nazione, ti benedirò» (Gen 12, 2).
Infine, il Padre ha voluto indicarci la via del discepolato: essere «miti e umili di cuore» (Mt 11, 29). L'agnello è il modello di questa sequela e, attraverso la sua mansuetudine e la sua bontà, ci propone il più sicuro e certo cammino per un' imitazione più autentica di Gesù, per una più perfetta ed intima comunione con Lui.
Un esempio di profonda offerta gratuita è reso oggi proprio dal nostro amato Padre, verso cui nutriamo una profonda gratitudine, poiché si dona quotidianamente a noi e per il quale ringraziamo Dio Padre, che esercita la Sua tenera paternità per mezzo di lui.