Esercizi Spirituali Associati Servi della Sofferenza Agosto 2025

Scritto il 05/09/2025
da Gloria Lazari

"Ora, siete dal dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia” (Gv 16, 21-22).

Il tema degli esercizi spirituali degli Associati Servi della Sofferenza, che si sono tenuti a San Giovanni Rotondo dal 20 al 24 agosto, è programmatico, poderoso. Cosa ha voluto dirci Gesù? Il Signore spiega agli apostoli il senso della croce con l’immagine della partoriente.

La vita sgorga nel grembo della mamma attraverso il parto, che è un distacco doloroso. Il neonato ha paura di morire e invece sta nascendo. Il dolore del parto è un inizio, non una fine! La vita non parte da un inganno ma da una Pasqua. E questa è una lezione che non assimiliamo mai del tutto. E’ proprio questa paura che pianta in noi enigmi irrazionali, domande che ci portiamo dietro per tutta la vita e che rispondono al timore di essere abbandonati e di andare incontro all’ignoto.

È lo stesso dolore che il Signore esprime sulla Croce: nel momento più alto del prendere su di sé il peso della nostra esistenza, Gesù deve entrare in questo terrore, dotazione di bordo dell’umanità e attraversare il combattimento spirtuale contro chi vuole convincerci che “Dio non ci ama, non esiste e, di certo, non si cura di noi”.

Cosa ha fatto Gesù nel momento dell’abbandono? “Sì” “Mamma”: ha chiamato la Mamma, ha detto sì al Padre Celeste.

Ecco quello che dobbiamo fare, ecco il suggerimento più prezioso a cui dovremo aggrapparci quando, ritornati alle nostre vite, le sfide quotidiane citofoneranno alle nostre case. Quando gli esercizi spirituali ci sembreranno lontani e le fatiche titaniche. Maria ha già vissuto questa “assenza”, l’Angelo le annuncia la venuta di Gesù ma poi se ne va e Lei rimane sola. Custodisce tutto nel suo cuore senza avere chiarezza di quello che sta accadendo. Ma continua a fidarsi di Dio, nell’ordinarietà di una vita che non diremmo proprio “comoda”. Senza cedere al fai da té, all’aiutati che Dio ti aiuta, ai tanti surrogati di benessere psico-fisico che il mondo ci offre e che alla fine rispondono sempre alle concupiscenze dei beni, della carne e dell’io (1Gv 2,16). Liberaci Signore!

P. Pio disse al nostro Padre “Figlio mio, comincia ad accogliere con dolce rassegnazione le contrarietà e le afflizioni, e il Signore non mancherà di metterti nel cuore la serenità, la pace, la gioia e, quindi, la beatitudine nel patire. Così ho fatto io, così fai tu (Padre Pio mio padre, p.48). Così dobbiamo fare noi.

Gli esercizi spirituali di quest’anno sono stati quelli che mai avremmo voluto vivere…i primi senza il nostro Padre. Ma Gesù ci ha promesso che anche se ora sembra prevalere il dolore per la sua assenza fisica, in Paradiso - se il Signore vorrà - saremo nella gioia con tutti e due i nostri Padri.



Recitare la Via Crucis attorno alla spoglie mortali di Padre Pio ci ha fatto pregustare la speranza del Paradiso. In Cielo si entra in cordata e pensare ai nostri intercessori è la nostra più grande consolazione.


Nel frattempo, non siamo orfani. La nostra cara Madre - come sempre - ha preceduto le nostre necessità spirituali e ci ha regalato una preziossima testimonianza sul Padre e la promessa di raccogliere in un libro la storia della nostra Famiglia. Grazie Madre! E noi pregheremo lo Spirito Santo perché alleggerisca la fatica di questo lavoro per Voi e per chi Vi aiuterà.



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